Verso l’urbanizzazione globale ma in modo ragionato
Con un aumento annuale della popolazione urbana, soprattutto nei Paesi a medio reddito, di circa 60 milioni di persone, ci avviamo verso quella che può essere definita l’urbanizzazione globale. Attualmente, secondo dati Unicef, almeno il 54% della popolazione mondiale vive in aree urbane, rispetto al 34 % del 1960 quando la vita negli ambienti rurali era molto più frequente, si prevede dalle statistiche che entro il 2030 la percentuale di popolazione mondiale che vivrà in città salirà al 75%.
Il termine “urbanizzazione” si riferisce proprio al “processo di sviluppo e organizzazione che porta un centro abitato ad assumere le caratteristiche tipiche di una città (cit.Wikipedia)”. Il processo non si limita a riguardare solo i centri cittadini di nuova creazione , ma si riferisce anche al territorio circostante quando avviene la diffusione della struttura urbana al di fuori dei centri originari così da formare una rete di città.
A livello internazionale è l’Asia ad ospitare circa metà della popolazione urbana mondiale (con 66 delle 100 aree urbane che crescono più rapidamente, 33 delle quali si trovano in Cina dove la popolazione urbana raggiunge il record di 630 milioni di abitanti). In questa particolare classifica a seguire troviamo l’Africa che, con una popolazione urbana superiore a quella di Nord America ed Europa occidentale, possiede una percentuale del 60% di persone che vivono negli slum (ossia quei quartieri urbani privi di adeguati servizi igienici e sociali e dove si concentrano povertà ed emarginazione). Ad abitare in megalopoli, ossia città con oltre 10 milioni di abitanti, troviamo quasi il 10% della popolazione urbana, le popolazioni dell’Europa occidentale e delle Americhe sono già quasi completamente urbane (la percentuale più alta quella del Belgio con un 97% di popolazione urbana).
Secondo recenti dati Istat in Italia risulta che il “67,9% dei comuni ricade nella classe di bassa urbanizzazione, area prevalentemente rurale, dove su una superficie del 72,5% si localizza una popolazione pari al 24,3%. Nei comuni ad alta urbanizzazione, che rappresentano solo il 3,3% del totale nazionale e con una superficie territoriale complessiva del 4,8%, è presente il 33,3% della popolazione italiana. Nel restante 28,7% dei comuni di grado medio di urbanizzazione, su un'estensione territoriale del 22,7%, si concentra il 42,4% della popolazione complessiva.” Complessivamente quindi la maggioranza dei comuni italiani (51%) ha un basso grado di urbanizzazione, mentre solo l’11% presenta un elevato grado. Il grado di urbanizzazione, inoltre, è fortemente correlato alla dimensione comunale: minore la dimensione demografica, minore il tasso di urbanizzazione. Il 78% dei comuni con meno di 2.000 abitanti e il 45% di quelli fino a 5.000 abitanti hanno un basso grado di urbanizzazione.
Nel più immediato futuro sarà necessario pianificare uno sviluppo massiccio delle infrastrutture urbane nelle strade, negli impianti di tubazione, nelle linee elettriche e nelle scuole. In questa importante sfida sarà compito di urbanisti, economisti e paesaggisti cercare di creare un’urbanizzazione sostenibile in grado di valorizzare il difficile rapporto tra città e natura non dimenticando che le città per sopravvivere hanno bisogno della natura.
